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Marco Tedde 25 gennaio 2013
L'opinione di Marco Tedde
In house con Secal e Igiene urbana
<i>In house con Secal e Igiene urbana</i>

Partendo dal condivisibile assunto che oggi Alghero è una “città sporca e maleodorante”, il leader cittadino del Pd Enrico Daga fa una proposta suggestiva sulla prossima gestione del Servizio di Igiene Urbana: passare dalla gestione affidata a imprese terze a quella pubblica. Motiva la proposta partendo dalla sentenza della Corte Costituzionale n° 199 del 20 luglio 2012, che ha stabilito in estrema sintesi che per la gestione dei servizi pubblici locali è consentito l’affidamento a società totalmente partecipate dai comuni e dagli stessi controllate. Le impostazioni di metodo e contenutisca, seppur opinabili, formalmente non fanno una grinza, ma necessitano di alcuni approfondimenti. In primo luogo di tipo giuridico. La sent. 199 della Corte Costituzionale non ha eliminato tutti gli altri limiti delle società pubbliche, compresi quelli posti dall’ art. 14 comma 32 della Legge 122/2010 che impone ai Comuni come Alghero di detenere la partecipazione di una sola società e qualche altra “cosetta” che preferisco non commentare in questa sede. Da ciò deriva l’impossibilità di ampliare l'oggetto sociale della Alghero in House o costituire una società in house ad hoc considerata l’esistenza di Secal, società di riscossione dei tributi. Per superare questi ostacoli si potrebbe pensare ad un’unica società in house comunale, che accorpi le competenze di quella attuale, di Secal e la gestione del servizio di igiene urbana.

Questa Newco, tra l’altro, potrebbe - o dovrebbe - assumere le dimensione di società al servizio di un bacino territoriale composto da più comuni vicini. In secondo luogo di tipo finanziario. In applicazione della normativa in materia di consolidamento dei costi fra ente locale e partecipate una nuova società provocherebbe problemi in merito alle assunzioni di tutti i dipendenti Aimeri, ai tetti in tema di costi del personale e soprattutto al patto di stabilità. In terzo luogo di tipo politico. La istituzione di un vero e proprio colosso industriale – finanziario pubblico al servizio del Nord Ovest della Sardegna, che rischierebbe nel breve termine di diventare un carrozzone politico, sarebbe uno schiaffo alle “lenzuolate” di liberalizzazioni di bersaniana memoria, e rischierebbe di farci fare un passo indietro verso un’economia di stampo statalista e dirigista. Un carrozzone la cui produttività, efficacia ed efficienza sarebbero tutte da dimostrare. La precedente amministrazione ha creato la Soc. Alghero in House che si occupa di manutenzioni non perché credesse nelle capacità taumaturgiche del “pubblico”, ma al solo scopo di dare un lavoro stabile e sicuro a tanti lavoratori socialmente utili utilizzando fondi regionali che altrimenti sarebbero stati dirottati verso altri lidi.

L'intervento di Daga è comunque apprezzabile perché si sforza di elaborare proposte politiche di lungo periodo ed abbandona la strada percorsa da alcuni esponenti della maggioranza che sprecano le loro energie in un tentativo anacronistico e surreale di fare opposizione alla Giunta di centrodestra, che è cessata da 14 mesi, piuttosto che pensare alla soluzione dei tanti problemi che oggi hanno trasformato Alghero in negativo. E allora, saltando a piè pari il manicheismo che spesso domina le logiche politiche, soprattutto a sinistra, credo che la complessità della proposta di Daga debba essere affrontata in tempi brevissimi, anzi oggi (!) posto che fra qualche mese dovrà essere bandita la nuova gara per la gestione del servizio di igiene urbana. E questo potrà essere fatto solo affidando ad esperti di accertata professionalità e competenza l’incarico di predisporre uno studio di fattibilità tecnico – finanziaria che partendo dall’ipotesi in campo - piuttosto complicata in termini di intervento, incertezza dei requisiti, anche giuridici e presenza di possibili alternative - approfondisca il progetto scansando rischi di insuccesso operativo e fornendo i necessari elementi per l’avvio della fase realizzativa. Con la speranza che i colleghi di cordata di Daga non creino ad arte i soliti ostacoli derivanti da tormenti più partigiani ed esistenziali che politici. In questa direzione, pur dagli scranni dell’opposizione, noi daremo il nostro consueto contributo.
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