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Mariangela Pala 24 marzo 2015
Porto Torres, parte la class action contro Abbanoa
Una class action contro il perdurare dei disservizi e i conseguenti disagi causati ai cittadini dal gestore unico del servizio idrico Abbanoa. La raccolta firme comincia ufficialmente nella sala Canu
Porto Torres, parte la class action contro Abbanoa

PORTO TORRES - Una class action contro il perdurare dei disservizi e i conseguenti disagi causati ai cittadini dal gestore unico del servizio idrico Abbanoa. La raccolta firme comincia ufficialmente dalla sala Filippo Canu, il “luogo simbolo” da cui parte la dichiarazione di guerra del Presidente di Adiconsum Sardegna, Giorgio Vargiu, presente ieri pomeriggio all’assemblea pubblica cittadina, organizzata da Civiltà è Progresso, alla presenza degli avvocati Teresa Siciliano e Franco Dore. «Per avviare l’azione di classe ci avvarremo della consulenza Adiconsum, l’associazione di consumatori che maggiormente sta portando avanti lotte per la tutela collettiva di persone e famiglie contro le vessazioni subite da Abbanoa», ha dichiarato la presidente di Civiltà è Progresso, Alba Rosa Galleri.

Il presidente di Adiconsum ha ritagliato la situazione nella quale si trovano centinaia di utenti Abbanoa in tutta l’isola. Vargiu ha evidenziato l’illegittimità di due richieste fatte dal gestore unico: i conguagli retroattivi e il deposito cauzionale. «Abbanoa è la peggior azienda di servizi che esiste in Italia – ha detto Vargiu – perché non rispetta gli accordi, le leggi, le sentenze e la carta di servizio».

Sul conguaglio retroattivo, Vargiu spiega che Abbanoa lo definisce una partita pregressa 2005-2011, «in realtà sta solo chiedendo ai sardi di pagare oggi i debiti che ha fatto tra il 2005 e il 2011 e questo è illegittimo perché chi acquista un servizio ha diritto di conoscere costi e condizioni prima dell'acquisto». Il fallimento del gestore unico è principalmente economico e corrisponde a circa 900milioni di deficit, ma è anche organizzativo per l’inefficienza dei servizi, tuttavia ha fatto un salto di qualità «perché ora più di prima rappresenta un problema per il futuro degli utenti sardi», ha sottolineato il presidente Adiconsum.

Il maggiore responsabile della società, secondo Vargiu, non sarebbe Abbanoa soggetto giuridico, ma di chi ha gestito in questi 10 anni l’azienda: il direttore generale, Sandro Murtas colui che guida la macchina organizzativa. Sul deposito cauzionale i consigli agli utenti sono molto chiari: «Non regalate soldi non dovuti ad Abbanoa e non pagate il conguaglio perché non è dovuto, non fate la domiciliazione bancaria perché correreste grossi rischi di vedervi prelevato il denaro». Questi i suggerimenti di Adiconsum che ha raccontato come Abbanoa parte dal pregiudizio che tutti gli utenti siano dei “cattivi pagatori”, scambiando il contenzioso per morosità.

Gli avvocati Dore e Siciliano hanno spiegato i motivi giuridici e legali per i quali Abbanoa non ha alcun diritto di chiedere 106 milioni di euro che a conti fatti costituirebbero un prelievo illegittimo dalle tasche dei sardi per ripianare costi e spese tutti peraltro da giustificare. Sul fronte della Class Action, sulla quale Civiltà è Progresso, con gli avvocati Dore e Siciliano sta lavorando già dallo scorso novembre, c’è stata l’esaustiva disamina da parte di Dore, che ha spiegato come è un diritto degli utenti di Porto Torres essere risarciti dei danni materiali e immateriali causati dai frequenti divieti di utilizzo di acqua di rete a scopi alimentari e spesso anche igienici; per i disagi subiti durante quei periodi perché non veniva offerto un servizio sostitutivo e per il danno economico derivante dall’acquisto di acqua imbottigliata.

A questo si aggiunge la pessima qualità dell'acqua spesso torbida e maleodorante, una situazione che crea ansia e paura, come quella di consumare acqua inquinata anche in periodi in cui non vige alcuna ordinanza di divieto, proprio perché la Asl ha più volte comunicato che l’acqua che presenta torbidità non è potabile e in molti quartieri cittadini questo fenomeno è costante. In occasione dell’assemblea di ieri, Civiltà e Progresso ha dato avvio alla raccolta firme dei cittadini presenti, che proseguirà nella sede della Casa delle Associazioni (stanza n° 9, al secondo piano) non appena questa sarà disponibile.
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