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S.A. 14:53
Il Festival dell´Archeologia riparte da Bosa
Si prosegue questa sera al Museo Civico di Cabras con il racconto delle grandi mostre internazionali della Fondazione Mont’e Prama
Il Festival dell´Archeologia riparte da Bosa

BOSA - Un viaggio tra la storia millenaria della Planargia ha inaugurato ieri sera a Bosa la quarta edizione del Festival dell’Archeologia, promosso dalla Fondazione Mont’e Prama. Dare, restituire, seminare, creare reti: sono queste le parole chiave che ancora una volta ispirano un Festival che ogni anno sceglie di partire da un luogo diverso, creando legami profondi tra storia, comunità e cultura. Dopo Barumini, Santa Cristina di Paulilatino, Nuraghe Losa di Abbasanta, Laconi e Oristano, è stata Bosa, con il suo castello, il fiume Temo e la sua anima multiculturale, a dare il via all’edizione 2025. La serata inaugurale, ospitata nell’ex Convento dei Cappuccini, si è aperta con i saluti del sindaco di Bosa, Alfonso Marras, che nel suo intervento ha sottolineato: «È per noi motivo di grande orgoglio ospitare un evento che unisce cultura e partecipazione. Bosa è un luogo che ha tanto da raccontare, e il Festival dell’Archeologia ci offre l’occasione per farlo in dialogo con tutto il territorio».

Anthony Muroni, Presidente della Fondazione Mont’e Prama, ha ringraziato l’amministrazione comunale e ricordato l’importanza di valorizzare luoghi e creare relazioni: «Il nostro format è semplice: la bellezza dei luoghi, la qualità dei relatori, la cura per i dettagli, il piacere di incontrare gli operatori della cultura. Ma proprio per questo c’è il rischio che tutto venga dato per scontato. Serve sostegno, visione, collaborazione. La nascita della Fondazione Bosa è una scelta strategica: come Fondazione Mont’e Prama siamo a disposizione per collaborare e accompagnare – anche solo in qualità di testimoni – un progetto virtuoso come questo». A portare i saluti del Ministero della Cultura, Monica Stocchino, che ha dichiarato: «Il Festival sin dalla prima edizione ha saputo parlare a un pubblico ampio, attraverso un linguaggio universale che unisce. Guardiamo con grande soddisfazione al lavoro svolto dalla Fondazione Mont’e Prama in questi anni. Si tratta di un modello da esportare: il patrimonio, vissuto così, diventa strumento di crescita e coesione sociale». La serata è proseguita con gli interventi degli studiosi Attilio Mastino e Antonio Maria Corda, che hanno offerto un ricco affresco della Bosa antica e della sua eredità romana e bizantina, mentre Franco Giuliano Rolando Campus ha guidato il pubblico alla scoperta del castello Malaspina, emblema della fase di incastellamento e simbolo identitario della città.

A chiudere la serata, le note coinvolgenti del Quintetto Atlantico, guidato da Enzo Favata, che ha ricordato come proprio a Bosa, lungo il Temo, nacquero le musiche del celebre disco Atlantico (1999), diventato un cult e simbolo di un’epoca musicale capace di unire territori e suggestioni. Ha condotto la serata Ambra Pintore, presenza fissa del Festival, che accompagnerà anche le prossime tappe nel Sinis. Il Festival dell’Archeologia prosegue questa sera, mercoledì 18 giugno, a Cabras, dove alle ore 20:30 il Museo Civico Giovanni Marongiu ospiterà una serata di grande respiro internazionale. Il pubblico avrà l’occasione di ascoltare i racconti delle mostre internazionali promosse dalla Fondazione Mont’e Prama, attraverso le voci di alcuni dei più importanti curatori europei: Carme Rovira Hortalà, del Museo Archeologico della Catalogna di Barcellona, Manfred Nawroth del Neues Museum di Berlino, Natalia Demina del Museo Ermitage di San Pietroburgo e Paolo Giulierini, già direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. A coordinare e presentare gli interventi sarà Nicoletta Buffon, amministratore delegato di Villaggio Globale International. Seguirà la presentazione delle mostre organizzate in Sardegna dalla Fondazione: Il ritorno dei Giganti, a cura di Anthony Muroni; Aristocrazie sarde ed etrusche nel mondo mediterraneo, a cura di Paolo Giulierini; la mostra su Tharros al Museo Diocesano Arborense di Oristano, con gli interventi di Silvia Oppo, Luca Cheri, Ilaria Orri, Nicoletta Camedda, Viviana Pinna e Maria Mureddu; e infine Sulle spalle dei Giganti. La Preistoria moderna di Costantino Nivola, a cura di Luca Cheri e Giorgio Murru. Conduce anche questa seconda serata Ambra Pintore, con un’introduzione musicale affidata alla raffinata sensibilità del duo composto da Federica Urracci e Alessio Sanna.
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