Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais contesta il probabile passaggio della Sardegna in zona arancione dalla giornata di domenica, a causa del peggioramento dei dati sul contagio e la diffusione della pandemia su scala regionale
CAGLIARI - «È indubbio che la lotta al virus debba essere totale e le misure di prevenzione massime, per garantire la salute dei cittadini e la tenuta del sistema sanitario. I sardi, da parte loro, hanno dimostrato e stanno dimostrando responsabilità e grande spirito di sacrificio che pone la Sardegna tra le ultime per indice di trasmissione rt sotto il famigerato "1". Ma un inasprimento delle misure, che vede la "sola" chiusura di bar e ristoranti già in ginocchio, in maniera unilaterale e non condivisa col governo regionale, sarebbe un colpo pesantissimo per la categoria, letale per le attività più fragili».
Così il presidente del Consiglio regionale Michele Pais commenta e contesta il probabile
passaggio della Sardegna in zona arancione dalla giornata di domenica, a causa del peggioramento dei dati sul contagio e la diffusione della pandemia su scala regionale.
«Sia chiaro, delle evidenze scientifiche si prende atto e di conseguenza si attuano le misure necessarie. Ma questo non può prescindere da una corretta e responsabile interlocuzione con la Regione, senza steccati ideologici, capace di evitare quei pasticci che il caso Lombardia ci insegna possano capitare. A carissimo prezzo. Il Governo ascolti la Regione, che porta la voce dei sardi, e assieme si valuti la scelta migliore. Senza incomprensibili imposizioni calate dall'alto, che hanno il solo risultato di lacerare i rapporti tra istituzioni ma soprattutto penalizzare, ancora una volta, una terra e un popolo rispettoso e responsabile» conclude l'algherese.