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Sara Alivesi 21 ottobre 2015
Il titolare: «hanno provato a fermarci»
L'attentato di Alghero. «Ci rialzeremo hanno provato a fermarci ma non ci arrendiamo» dice Sergio Baldinu, uno dei soci assieme Vittorio Caria. Entrambi giovani (37 anni il primo, 38 il secondo) hanno creduto in questa attività aperta nel 2012 e per qualche tempo l´unica in questo settore nella zona
Il titolare: «hanno provato a fermarci»

ALGHERO - Ad un mese esatto dal rogo di Mugoni che ha mandato in fumo decine di ettari di pineta fronte mare [GUARDA], un nuovo attentato incendiario nella notte ad Alghero, stavolta ai danni di una ditta di riciclo di materiali speciali. E' la Ecopramal in località San Marco, nella zona industriale. Pochi dubbi sulla natura dolosa del gesto. I responsabili hanno agito poco dopo le 22 di ieri: per introdursi all'interno hanno rotto la rete metallica, riempito di carta la pressa e hanno messo fuoco dappertutto, compreso il camion utilizzato per la raccolta del materiale (plastica, legno, cartone) nelle varie aziende del territorio.

Ci hanno messo una notte intera i vigili del fuoco per spegnere le fiamme e boficare tutto. I danni secondo una prima stima ammontano ad oltre 20mila euro solo tra macchinari e il furgone, senza contare il fermo azienda e il mancato guadagno per i giorni di inattività.

«Ci rialzeremo hanno provato a fermarci ma non ci arrendiamo» dice Sergio Baldinu, uno dei soci assieme Vittorio Caria. Distrutto dopo una notte insonne e la consapevolezza che con la fatica e il lavoro si arriva lontano ma poi bastano poche ore a mandare in fumo anni. Entrambi giovani (37 anni il primo, 38 il secondo) hanno creduto in questa attività aperta nel 2012 e per qualche tempo l'unica in questo settore nella zona. Nessun dipendente ma tanti sacrifici per comprare il terreno e i primi mezzi. Ora si rinizia tutto daccapo: con determinazione ma anche molti soldi poichè la ditta non era assicurata. Nella speranza almeno di conoscere i responsabili, sulle cui tracce ci sono i carabinieri, purtroppo non facilitati nelle loro ricerche dalla mancanza di un sistema di video sorveglianza. «Aspettiamo con fiducia i risultati delle indagini da parte dei carabinieri, non può finire tutto qua».
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